Esami del sangue, Food Inflammation Test e BioAge Test a Lugano

Esami del sangue, Food Inflammation Test e BioAge Test a LuganoGli esami del sangue consentono d’individuare le sostanze che circolano nell’organismo e controllare la funzionalità degli organi.

È molto importante eseguirle periodicamente, per tenere sempre sotto controllo la salute.

I risultati degli esami del sangue vanno comunicati al proprio medico di base o alla specialista che li ha richiesti per valutare se occorre assumere delle accortezze da seguire o terapie.

Oltre agli esami del sangue classici nel nostro studio di Lugano è possibile anche effettuare:

  • Food Inflammation Test
  • BioAge Test

Food Inflammation Test

l Food Inflammation Test (FIT) è un sistema integrato per il controllo dell’ infiammazione da cibo e il recupero del rapporto fisiologico con il cibo.

La misurazione di due citochine infiammatorie BAFF e PAF permette di valutare l’infiammazione presente nell’organismo anche legata all’alimentazione. Il test definisce anche il rapporto immunologico della persona con la propria dieta attraverso la lettura delle Immunoglobuline G (IgG) alimento-specifiche prodotte dall’organismo nell’ultimo periodo. Questi livelli determinano il Profilo Alimentare Personale.

Il FIT non indica perciò né una allergia né una intolleranza e non deve essere confuso o associato ad altri test privi di validazione scientifica ancora focalizzati nella ricerca di “intolleranze alimentari” inesistenti.

L’assunzione ripetitiva di alcuni alimenti, lo stress, l’inquinamento, il fumo, gli squilibri alimentari, gli agenti virali e l’abuso di droghe possono indurre e mantenere un processo infiammatorio dietro diverse malattie anche croniche. L’immunologia moderna spiega che molte malattie sono i sintomi di un organismo infiammato. Cibi tradizionali e sani come il grano e il glutine, il latte e i latticini, alimenti fermentati e contenenti nichel, se consumati in modo eccessivo o ripetitivo possono generare risposte infiammatorie sistemiche. Quindi è bene ricordare che “nessun cibo è nemico” ma è il modo in cui lo usiamo che può generare un aumento delle risposte infiammatorie.

Le diverse forme d’infiammazione da cibo

A oggi, l’evoluzione scientifica ha evidenziato che nessun problema si trova nel cibo in sé (nessun cibo è un nemico) ma nel modo in cui lo usiamo, individuando diversi tipi d’infiammazione anche correlati al cibo, che, seppur chiaramente distinti, operano in modo sinergico:

1. infiammazione da errato bilanciamento dei nutrienti ad ogni pasto
2. infiammazione da consumo ripetutto o eccessivo degli stessi alimenti o gruppi alimentari
3. infiammazione da eccessiva assunzione individuale di zuccheri

Il Profilo Alimentare Personale identifica i Grandi Gruppi Alimentari

Il tipo di analisi permette d’individuare il consumo alimentare di ciascun individuo e di stabilire uno specifico Profilo Alimentare Personale che mette in evidenza i principali Gruppi di alimenti assunti in eccesso o in modo ripetitivo e consente d’impostare una corretta variabilità alimentare nel rispetto delle linee guida dell’OMS e delle società scientifiche.

Specifiche ricerche hanno permesso di confermare i 5 Grandi Gruppi Alimentari più importanti nell’alimentazione italo-europea.

Il BioAge Test 

BioAge Test è un test genetico che misura la lunghezza media del DNA telomerico dei leucociti del paziente. I telomeri sono la parte terminale di ogni singolo cromosoma e proteggono le estremità dall’accorciamento determinato dal tempo, dall’invecchiamento e dagli effetti dell’ossidazione. La lunghezza dei telomeri nei leucociti (LTL) si determina rapportando questi segmenti cromosomici con un gene di lunghezza nota.

Come spiegato da un sempre maggior numero di evidenze scientifiche, l’accorciamento dei telomeri è un processo fisiologico che può essere un segnale d’invecchiamento cellulare precoce oltre che un possibile marcatore legato all’emergere di malattie e persino alla mortalità.

Il test fornisce al paziente un indice interpretativo sintetico, la BioAge, calcolata interpolando i dati anagrafici e biologici del paziente con un campione di riferimento statistico, un database di riferimento della popolazione costruito da GEK Group applicando le ricerche più recenti sul tema.

Relazione tra lunghezza telomerica (LTL) e stili di vita

Recenti evidenze scientifiche hanno precisato che fattori quali l’esposizione al fumo di sigaretta, l’esercizio fisico, la dieta, la presenza o meno di uno stato infiammatorio e la quantità di tessuto adiposo possono modificare in maniera significativa la LTL. L’infiammazione cronica è un promotore dell’invecchiamento biologico ed è responsabile dell’accorciamento dei telomeri nei leucociti. In particolare cellule “più vecchie” con telomeri criticamente più corti producono fattori/citochine pro-infiammatorie.

InflammAging è infatti un termine coniato per sottolineare come alla base del processo d’invecchiamento ci sia anche un concomitante stato infiammatorio che rappresenta un fattore di rischio elevato di morbilità e mortalità nelle persone.

Poiché squilibri alimentari influenzano le vie di attivazione dell’infiammazione, non è sorprendente che anche una rimodulazione dell’alimentazione attraverso una dieta personalizzata mirata a ridurre i livelli di BAFF, PAF e di altre citochine infiammatorie possa rallentare il fisiologico processo d’invecchiamento. La verifica quindi dell’eventuale presenza di un’infiammazione correlata al cibo può essere una ulteriore strategia da mettere in atto.
Conoscere quindi i fattori protettivi che possono essere subito messi in gioco per rallentare il processo d’invecchiamento cellulare e per aumentare i meccanismi anti-infiammatori è una fondamentale conoscenza  per migliorare il proprio stato di salute.

Vari nutrienti influenzano la lunghezza telomerica attraverso meccanismi che riflettono il loro ruolo protettivo nei confronti dell’infiammazione, stress ossidativo, danno al DNA ecc. Alcuni autori segnalano che una maggiore aderenza alla dieta mediterranea sia associata a una maggior lunghezza telomerica. Al contrario carenze vitaminiche o di minerali possono influire negativamente sulla loro lunghezza.